Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata. |
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Gad Lerner, giù le mani da Papa Ratzinger |
Ma Precisiamo... di Franco Damiani |
Pubblichiamo, uno di fianco all'altro, gli articoli di Renato Farina (politicamente corretto) e di Franco Damiani (coraggiosamente controcorrente), il primo su fondo verdino, il secondo sul celestino. Pensiamo che sia superfluo precisare che le nostre simpatie vanno al Prof. Damiani. La Redazione Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature |
La lista diffusa per internet di un elenco di professori ebrei o comunque solidali con Israele è orribile (1). Si sente l'odore dei pogrom (1) di fine ottocento in Russia, l'abbaiare dei cani (1) nella caccia nazista al giudeo. Verrebbe voglia di dire: aggiungete il mio nome alla lista (2). Il professor Joseph Ratzinger lo farebbe (3). Per questo mette tristezza vedere come, con il medesimo scandalo della lista oscena, si sia scritto che Benedetto XVI ha fatto un grave torto agli ebrei. Non è così. Proprio no. E non hanno ragione autorevoli rabbini come Riccardo Di Segni e Giuseppe Laras o un giornalista del peso di Gad Lerner a ritenere un'ingiuria la decisione del Papa di continuare a pregare per la conversione dei "fratelli maggiori" (4). Dove sta l'offesa? Desiderare che uno ami Gesù Cristo come lo ami tu, e sia riconosciuto come centro del cosmo e della storia, non è una pretesa, un'imposizione, un giudizio: ma c'è lo stesso sentimento per cui si augura a un amico di condividere con te l'ideale più puro e vero. Così lui farà con te. La vita è questo intreccio. C'è reciprocità. E non mi pare un'infamia, ma esattamente il colore dell'amicizia. Come diceva Wojtyla: "Non c'è dialogo se non è messa in conto la conversione". |
Renato Farina è una persona importante nella mia vita, mi ha tirato fuori da una situazione difficilissima e la mia gratitudine per lui non conosce tramonto. Ho quindi una certa remora a polemizzare con lui, per giunta aspramente, ma proverò comunque a farlo in spirito di carità. (1) [Vedasi la precisazione posta in fondo all'arti-colo]
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I fatti sono questi. Nel messale romano tridentino, detto anche di San Pio V, era prescritta per il Venerdì Santo una preghiera per gli ebrei: la "Oratio pro iudaeis". Erano definiti "perfidi". Invano Ildefonso Schuster, oggi beato, si batté perché fosse modificata. Lo fece Giovanni XXIII. Nel 1962 (si trattava sempre della messa tridentina in latino) consacrò questa nuova formulazione: "Preghiamo anche per gli ebrei. (...) O Dio onnipotente ed eterno, che non rigetti dalla tua misericordia neppure gli Ebrei, esaudisci le suppliche che ti rivolgiamo per questo popolo accecato, affinché ammetta che il Cristo è la luce della tua verità, ed esca così dalle tenebre". |
Niente più "perfidi" ma nelle tenebre, secondo il linguaggio neotestamentario, per non aver accolto la luce, il Verbo, il Cristo. Nel Messale di Paolo VI (1970), sostitutivo del precedente, la preghiera è diventata: "Preghiamo per gli ebrei. Il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza". (5) |
Nel suo articolo "Gad Lerner, giù le mani da Papa Ratzinger" (Libero 9 febbraio) fa alcune affermazioni non vere: scrive che con il motu proprio del luglio 2007 Benedetto XVI ha ridato "agli ebrei il titolo di perfidi". Non è così perché il messale roncalliano del 1962, quello con cui è permessa la celebrazione tradizionale, aveva cancellato l'aggettivo, come del resto lo stesso Farina scrive poche righe più sopra. L'affermare poi che "i lefebvriani non hanno mai riconosciuto le correzioni di papa Roncalli" contempla un doppio errore, sia perché il messale ufficialmente in uso nelle cappelle della Fraternità San Pio X è proprio quello del 1962, sia perchè in questa maniera sembra che il motu proprio sia stato dettato da una congregazione ufficialmente scomunicata. |
L'Anti-Defamation League, associazione contro l'antisemitismo, se n'è accorta subito e ha messo la Messa antica del venerdì santo nella lista degli orrori: tra le "dieci questioni che hanno ferito gli ebrei nel 2007". Ma Ratzinger non aveva nessuna intenzione di dare il permesso di offendere gli ebrei tacciandoli di ciechi. |
Benedetto XVI ora ha tolto non il riferimento ai "perfidi", che come detto non c'era già più nel messale roncalliano, ma quello all'accecamento, alle tenebre, che anche secondo Farina sarebbe "offensivo". Su questo cedo la parola a don Francesco Ricossa, superiore dell'istituto Mater Boni Consilii: "La nuova orazione prevista per chi userà il messale "del 1962" dev'essere giudicata non solo per quello che dice, ma per quello che si rifiuta di dire: si rifiuta cioè di ammettere con San Paolo che il popolo eletto -rifiutando Gesù Cristo- è come accecato e nelle tenebre. San Paolo lo sapeva bene, lui che -da fariseo uccisore di cristiani qual era- convertito dal Signore sulla via di Damasco, fu colpito da una misteriosa cecità fino a che, col battesimo, fu liberato dalle tenebre del giudaismo e vide la Luce vera che illumina e splende nelle tenebre, Gesù Cristo, il Verbo di Dio. |
Nemmeno però poteva incistare nel Messale antico il nuovo testo di Montini: sarebbe stato un corpo estraneo, un non senso. Così, lavorando con il cardinal Walter Kasper (un teologo di alto rango (6)) ha confezionato questa preghiera per il Venerdì santo. La proponiamo in latino: "Oremus et pro iudaeis ut Deus et Dominus noster illuminet corda eorum, ut agnoscant Iesum Christum salvatorem omnium hominum. Oremus. Flectamus genua. Levate. Omnipotens sempiterne Deus, qui vis ut omnes homines salvi fiant et ad agnitionem veritatis veniant, concede propitius, ut plenitudinem gentium in Ecclesiam Tuam intrante omnis Israel salvus fiat. Per Christum Dominum nostrum. Amen". Insomma, si prega perché Israele si converta e sia così salvo riconoscendo Cristo Signore. Lo si chiede in ginocchio (Flectamus genua). |
La nuova orazione ratzingeriana chiede per i giudei la luce di Cristo, ma nega che essi si trovino nella le tenebre del rifiuto di Cristo, vergognandosi della parola rivelata (2 Cor 3, 15-16), come se i Giudei dovessero solo progredire nella via di Dio e non anche uscire dall'errore". Farina non si preoccupa della fede cattolica, ma delle reazioni degli ebrei, quasi fossero loro a dover dettare le formule di preghiera, ed è tutto teso a difendere Ratzinger dalle accuse di antisemitismo mentre non si preoccupa di difenderlo da quelle dei cattolici tradizionalisti (tanto, "sono settori marginali": numericamente e come potenza mediatica certo, ma è questo il criterio di fede?). |
I rabbini hanno protestato con sdegno. Di Segni ha chiesto di chiudere "dopo 43 anni" il dialogo con il Vaticano: "Tutto urta la nostra sensibilità, ci troviamo dinanzi al peggio". Laras: "Si nega il presupposto stesso del dialogo, il rispetto per ciò che l'altro è. Si legittima un'idea di dialogo finalizzato, in realtà, alla conversione degli ebrei al Cattolicesimo, cosa che è ovviamente per noi inaccettabile". Gad Lerner sulla prima pagina di Repubblica sostiene: perché fra tutti i popoli che ci sono, si sceglie di pregare solo per quello ebreo? Perché ratzinger continua a considerare Israele un "popolo maledetto". |
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Posso dirlo con certezza. Non è affatto così. Basti leggere i volumi dedicati all'argomento dal Prefetto della Fede (allora) e dal Papa (oggi). Uno dei suoi primi gesti è stato di voler pregare nella sinagoga di Colonia, e per questo è stato stramaledetto dai tradizionalisti. Molti di essi oggi gli imputano di vergognarsi della Chiesa perché ha eliminato la formula "perfidi giudei". Scrivendo di questo permanente odio, do ragione ai rabbini e a Gad su un punto non secondario: c'è antisemitismo nella pancia di tanto cattolicesimo tradizionalista. Ma sono settori marginali (7). |
Egli scrive anche che "c'è antisemitismo nella pancia di tanto cattolicesimo tradizionalista" e qui ha l'obbligo di fare nomi e cognomi: da cattolico tradizionalista che conosce bene o male tutto l'ambiente posso affermare che tra i cattolici non c'è traccia di antisemitismo, chi è antisemita non è cattolico e chi è cattolico non è antisemita, giacché la natura stessa della fede lo vieta. Del pari nessun cattolico ha "stramaledetto" Benedetto XVI per la preghiera alla sinagoga di Colonia, essendo le maledizioni vietate ai cattolici e comuni invece proprio agli ebrei. Certo, quella preghiera ha indignato perché alla "conversione" e alle "tenebre" non c'era alcun cenno, talché si può capire che oggi gli ebrei si sentano traditi: infortuni del mestiere che capitano a chi non segue la via stretta della Verità ma quella larga del cerchiobottismo. Meglio poi stendere un pietoso velo su quel Kasper "teologo di rango" che è uno dei principali sostenitori dell'eresia giudaizzante (a proposito, giudeo-cristiani sono solo i cristiani arrivati al cristianesimo dal giudaismo) che ha preso il posto della teologia tradizionale della sostituzione. A proposito, Farina a quale crede? A quest'ultima, che ha la sua espressione nel vecchio rito, o a quella dei "fratelli maggiori" rispecchiata dalla messa di Paolo VI? Dovrebbe anche dirci, il vicedirettore di "Libero", come mai due riti che sarebbero "espressione della stessa fede" possano essere così diversi da non poter essere "incistati" l' uno nell'altro, e anche come mai il rito di Paolo Vi non desse alcun fastidio agli ebrei mentre quello tradizionale. a quanto pare, fa venire loro l'orticaria. Un'altra lezione bisognerebbe trarre da tutta questa vicenda. che quando si comincia a piegare la schiena non c'è più limite, perché i nemici non si accontentano mai. Dal loro punto di vista infatti Lerner e soci non hanno torto: non ci avete ripetuto per oltre quarant'anni che eravamo i "fratelli maggiori" e che "l'antica alleanza non è stata mai revocata"? Come vi permettete ora di tornare al passato? |
Oggi l'antisemitismo in casa cattolica si gioca sul versante progressista, proprio dove stanno tanti amici di Lerner e di Di Segni ed avversari di Ratzinger: a costoro ripugna la pretesa ratzingeriana di "Cristo Unico salvatore", sono per il dialogo in cui della conversione degli altri nulla importa, siano essi ebrei o musulmani o atei: per loro il dialogo è il restare tutti sulle stesse posizioni di partenza. |
Per quanto riguarda le critiche a Israele, che sarebbero prerogativa della sinistra, basti dire che Santa Madre Chiesa fino al '93 si è rifiutata di riconoscere quello Stato, nato per dare una patria agli eredi degli uccisori di Gesù proprio sulla terra che vide la passione e la morte del Redentore (terra per la quale, quand'era occupata dai musulmani, si fecero le crociate). |
Ma costoro detestano e avversano nelle viscere e nella politica la concezione religiosa ebraica. Quella dove Dio, popolo, alleanza, terra promessa non sono dati della mente ma trovano concretezza storica nello Stato di Israele. Altro che Ratzinger maledicente gli ebrei. Bisogna davvero essere degli irresponsabili a propagandare simili deformazioni del pensiero altrui. Poi non ci si meravigli se cacciano il Papa dalla Sapienza. Ritengo la frase di Gad Lerner una ingiuria al Pontefice, ma non è la prima che trova spazio sul quotidiano di Ezio Mauro e di Eugenio Scalfari. |
P.S. Ci sono molte cose che sarebbe necessario mettere sul tavolo a proposito del rispetto reciproco tra ebrei e cristiani. Non mi risulta siano state cancellate, né che il Papa l'abbia chiesto -proprio perché capisce il dolore di Israele, e ne chiede ancora scusa (8)- alcune benedizioni tuttora liberamente pronunciate in sinagoga. Ad esempio la birkat-ha minim (benedizione contro gli eretici) della liturgia giudaica: "Che per gli apostati non ci sia speranza; sradica prontamente ai nostri giorni il regno dell'orgoglio e periscano in un istante i nazareni (i giudeo-cristiani, ndr) e gli eretici: siano cancellati dal libro dei viventi e con i giusti non siano iscritti. Benedetto sei tu Yahweh che pieghi i superbi". Questa è la dodicesima benedizione nella forma primitiva. Oggi è più diffusa, nel Talmud babilonese, una versione diversa: "Per i calunniatori e gli eretici non vi sia speranza, e tutti in un istante periscano; tutti i Tuoi nemici prontamente siano distrutti, e Tu umiliali prontamente ai nostri giorni. Benedetto Tu, Signore, che spezzi i nemici e umili i superbi". Nessuna delle due è il massimo della benevolenza, e non sarebbe male se i rabbini Di Segni e Laras, oltre che Gad Lerner, si battessero per cancellare o almeno addolcire queste benedizioni. Come si dice. par condicio, fratelli maggiori. Renato Farina |
Quelle, poi, che Farina chiama le "benedizioni" ebraiche sono in raltà "maledizioni". Chiedendo agli ebrei di cambiarle egli invoca la "par condicio". ma come può esserci par condicio tra i seguaci di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, e gli eredi impenitenti dei suoi uccisori? Purtroppo questo articolo è un esempio perfetto di quel sovrapporre il piano politico a quello della fede che è una delle cause principali del disastro a cui la Chiesa conciliare sta portando la cristianità.
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